Il Relais Abbazia Santa Maria del Bosco è stato ricavato da un’antica abbazia sorta per ospitare monaci benedettini e poi transitata alla Congregazione olivetana.
La primitiva abbazia, risalente probabilmente al 1300, fu edificata ad opera di un gruppo di eremiti che qui, tacciati di eresia, vissero fino a quando abbracciarono la regola benedettina. Il complesso monumentale, completato nel XVII secolo, si sviluppa su quattro livelli attorno a due grandi chiostri. Il primo chiostro di forma quadrata, con 36 colonne a capitelli dorici intervallate da archi a tutto sesto e nicchie, presenta al centro una grande fontana barocca; il secondo chiostro è invece rettangolare, con colonne a capitelli dorici che sostengono archi a tutto sesto e con al centro una fontana risalente al 1713.
L’abbazia, circondata da circa 200 ettari di terreno boschivo, offre un’impareggiabile vista panoramica sulla Sicilia occidentale. Una chiesa con pianta a croce latina, eretta tra il 1643 ed il 1757, si trova infine tra il monastero e lo svettante campanile cuspidato a piramide.
Varcata la soglia del monastero un lungo corridoio di 108 metri, con volte a crociera e scandito da rossi drappi fluenti, introduce l’ospite nelle eleganti e suggestive camere, ricavate dalle antiche celle dei monaci, oltrechè nella sacralità di tempi lontani.
All’interno invece, appena varcato il portone d’ingresso verrete accolti da un corridoio infinito, lungo 108 metri, con le volte a crociera che vi porterà con la mente in tempi lontani e sacri.
L’Abbazia Santa Maria del Bosco racchiude anche un mix di culture e arte. All’interno degli ampi spazi in stile medioevale, si possono infatti ammirare dei meravigliosi “Putti” di stucco, frutto dell’opera inconfondibile serpottiana. Gli angioletti, tipici della tradizione del Serpotta, impreziosiscono gli stipiti di alcune porte dell’abbazia. Abbazia Santa Maria del Bosco, dov’è stato custodito per molti anni il famoso “Ritratto di Eleonora d’Aragona”, scultura marmorea raffigurante la principessa di Caltabellotta e realizzata da Francesco Laurana intorno al 1468, contiene anche opere in pietra calcarea di Paolo Busacca.
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